Fogli sparsi, Santa Croce (2017-...)

Se fossi giovane avrei

Se fossi giovane avrei caviglie sempre scoperte, estate e inverno, livide caviglie nude;
un piercing al sopracciglio;
i lacci delle scarpe allacciati per bene e non come ho ora lunghi e penduli che inevitabilmente
mi inducono a fare un doppio nodo: io lo so che quello sarebbe un errore anzi la fine della mia
vita attiva per sprofondare nella completa vecchiaia;
una specie di cresta, sotto più corti sopra più lunghetti, sebbene senza voler con questo
manifestare nessun tipo di protesta o credo o appartenenza politica, o meglio sì, seppur
genericamente;
delle cartine, filtri tabacco e un accendino che sempre perderei in giro;
delle magliette con delle scritte quasi tutte in inglese;
un portafogli con dentro molti biglietti e tessere di locali notturni e club in cui sono stato una
volta e poi mai più tornato, tessere che comunque potrebbero tranquillamente essere scadute;
un posacenere fatto con la noce di cocco;
due paia di Clarks;
un paio di scarpe da ginnastica che non sarebbero già passate e tornate di moda una o più
volte, ma semplicemente delle scarpe da ginnastica;
una fidanzata con occhi chiari intelligentissima che mi ama.


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Santa Croce (2017-...), Verde Rivista

FARE $€ SCRIVENDO

I nuovi amici
(prima ristampa)

Nella giornata di mercoledì, senza alcun motivo apparente, ho iniziato a ricevere delle richieste d’amicizia. Quasi una richiesta al minuto. Facevo un passo nella stanza e spuntava una nuova richiesta. Quasi tutto il giorno è andata avanti questa storia, con richieste da persone mai viste né sentite prima, ma che dopo una breve analisi si rivelavano essere gente in carne ed ossa, dal momento che erano già amiche e amici di altri amici precedenti. Avevano foto profilo per lo più simili tra loro, vi comparivano libri o manoscritti. Li tenevano in mano. Stavano sui treni, guardavano da una parte o dall’altra, altrimenti posizionati di tre quarti come se qualcuno all’ultimo momento li avesse chiamati e loro si fossero voltati di scatto senza immaginare potesse esistere un mondo dietro di loro o qualcuno che di lì a poco avrebbe scattato loro una foto e un’espressione sul volto come a dire: embe? Era come se ci fosse qualcosa che io stesso non sapessi, su di me, in quelle richieste d’amicizia. Come se queste persone avessero scoperto qualcosa e fossero tutte là ad accanirsi nel chiedermi l’amicizia, cosa che io inesorabilmente concedevo loro. Continua a leggere

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Fogli sparsi, Santa Croce (2017-...)

L’umiltà

Quando ero un ragazzo molto giovane quasi un bambino si potrebbe dire (sebbene mi sembra che se io scrivessi “bambino” vorrei in qualche modo preventivo auto-assolvermi e l’ultima cosa che voglio al mondo è auto-assoluzione) quando fui un giovane ragazzo, una professoressa di cui ancora oggi ricordo il nome (Mantegazzin) ci assegnò il compito di scrivere una poesia e io lo feci plagiando alcuni versi di una nota canzone dell’epoca. Nota sì, ma per per mia fortuna non-nota alla professoressa Mantegazzin.

Così io divenni un poeta.
La professoressa Mantegazzin fu letteralmente entusiasta della mia poesia, mi diede un voto eccezionale e per giorni e giorni quando rientrava in classe continuava a ripetere un verso di quella mia poesia di ragazzo nonché canzone abbastanza in voga al momento.
E i miei compagni?
Come fu possibile che nessuno dicesse niente?
Forse a quell’epoca io ascoltavo musica diversa da loro, quindi nessuno riconobbe la frase del cantante nelle mie parole o più semplicemente: erano tutti impegnati a fare altro.
Qualche settimana dopo la professoressa Mantegazzin rientrando in classe mi chiese se volessi partecipare a un concorso di poesia per giovani poeti, io finsi di pensarci un po’ e poi le dissi di no.
Lei rimase molto colpita dalla mia risposta.
E fu così che io divenni umile e poeta.
All’inizio per finta, poi per davvero.

Spiaggia della Lecciona, 1 luglio 2020

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Santa Croce (2017-...)

Un nuovo reading

Giovedì ci siamo trovati alla biblioteca popolare Thouar con lo scrittore Matthew Licht per discutere del nostro nuovo reading, dopo circa un anno di quasi completa inattività, dovuta, ci diciamo, al fatto che il posto dove li facevamo di solito ha chiuso, ma forse le ragioni sono altre, sono da ricercare altrove, in una stanchezza nostra, nel clima autunnale, o magari nel fatto che gli anni passano. Continua a leggere

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Santa Croce (2017-...)

Spadino

per Luciano

Il parrucchiere soprannominato Spadino, di fronte alla mia richiesta di volermi far allungare i capelli, è rimasto interdetto, cosa non usuale per Spadino che è sempre un passo avanti e ha sempre una risposta, anche se spesso è una risposta stupida o che non ha attinenza con quello che si è detto prima. Lui risponde sempre qualcosa. Poi mi ha guardato e mi ha detto: «L’unica cosa sul capello lungo, per uno come te, è che c’è il rischio venga fuori il mosso». Questo ha detto Spadino, come se il mosso fosse una cosa sciagurata, una malattia rara o esotica. Io, che dentro quel salone tutto pomate e rasoi elettrici ho imparato a comportarmi come lui, gli ho risposto di non preoccuparsi troppo, che anche quella cosa l’avremmo superata insieme. Spadino mi ha guardato per capire se ero serio, poi ha sorriso perché ha visto che scherzavo alla sua maniera. Continua a leggere

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