Caro Liguori,
Come stai? Spero tutto bene. Sono tornato in città dopo alcuni giorni. Abbastanza di buon umore, per il calore incamerato nel mare di Settembre e per un piccolo regalo che ho ricevuto dal destino. Se destino e regalo suonassero davvero concetti troppo seri, diciamo solo di buon umore per una cosa che mi è capitata, un piccolo testo anonimo trovato proprio ieri sera, accartocciato in un angolo, nei bagni del Caffè Notte. Un raccontino canaglia che mi ha fatto sorridere per un minuto e che adesso ti trascrivo di seguito, sperando di farti cosa gradita e magari un mezzo sorriso anche a te.
Mi viene il dubbio, mentre ti scrivo questo preambolo, di come tutta la vicenda del testo anonimo possa risultare un po’ letteraria, un po’ manzoniana o, peggio ancora, ma è andata proprio così come ti dico. Non ho motivi di mentirti, e del resto non condivido una sola parola di quello che segue.
Gli scrittori del CN lavorano la sera ai romanzi del futuro. Il CN, oltre a essere ciò che qui li definisce come scrittori, sarebbe un bar. Gli scrittori del CN siedono a un tavolo che di regola è sempre il solito: sulla destra, entrando. Un giorno ci sarà, è possibile, una targhetta, come sulle panchine a New York per i morti, e si leggerà: È qui che sedevano gli scrittori del CN ed era il duemila e rotti. Non dico una statua in bronzo a grandezza naturale che li raffiguri, sarebbe contraria alle logiche commerciali del locale, ma una targhetta è sicura.
Questo per spiegare a grandi linee a chi non è del posto, o per avvertire quelli che, dopo aver letto, vorranno vedere di persona. Se entrate al CN e non volete incrociare lo sguardo degli scrittori, il mio personale consiglio è: occhi puntati sul bancone, oppure verso la saletta alla sinistra.
Comunque. Gli scrittori del CN lavorano la sera ai romanzi del futuro non tanto per farsi vedere da chi entra nel bar o perché di pomeriggio sono impegnati in altri lavori meno letterari, come sarebbe facile credere, bensì perché trascorrono i loro lunghissimi pomeriggi a masturbarsi – fino a tre o quattro seghe a pomeriggio – e ciò avviene senza che nessun genitore o coinquilino o fidanzata li disturbi mai, essendo questi ultimi fuori a lavorare. La sera poi i genitori, i coinquilini e le fidanzate tornano stancamente alle loro case, al che gli scrittori si recano al CN dove finalmente lavorano ai romanzi del futuro e definiscono il loro status di scrittori del CN.
Talvolta riesco a sentire alcuni dei loro discorsi, dal tavolo vicino. Sono discorsi in cui accennano a un certo mal di schiena, dovuto, adesso lo sappiamo, allo sforzo prolungato, oppure tratteggiano con poche, ma incisive parole una giornata particolarmente afosa, che non ha agevolato il loro pomeriggio e le loro pratiche.
E questa è la ragione per cui gli scrittori del CN scrivono di sera. È così, cari amici che ogni volta che andiamo lì vi lamentate dicendo “ma dimmi te perché uno deve trascorrere la sera con il suo Mac Book dentro al CN e scrivere romanzi del futuro invece di stare, come tutte le persone normali, con una birra in mano e una sigaretta infilata penzoloni in bocca”. Bene, adesso amici lo sapete e quindi basta. Fatela finita con questa storia del narcisismo (vergogna, avete perfino studiato filosofia, e ancora usate certe parole), passate ad altri pensieri, passate alle vostre birrette e alle vostre notti, senza star sempre là a interrogarvi sulle giornate degli scrittori del CN.
La mattina, mi chiedete ancora… Bene: la mattina essi dormono. Contenti? Adesso, vi prego, usciamo da questo bar; è estate, fumiamoci una sigaretta. Vi va? Arrivare fino alla Piazza in fondo alla via sarebbe già un buon segno per capire come siamo messi. Vi pare? Va bene, la via è lunga, la piazza ampia, restiamo qui ancora un po’, davanti al CN.
Il testo si conclude a dirla tutta con una serie di bestemmie che ho omesso perché le trovo del tutto superflue e anzi sintomo di una scrittura incerta, di una personalità che soffre di dinamiche di esclusione e vittimismo, oltre che un narcisismo spiccatissimo, insomma sullo stile, lo vedi da te caro Liguori, non c’è molto da dire e forse l’idea era anche buona, ma come è evidente non è stata sviluppata in maniera adeguata. Tutto questo del resto non spetta a me dirlo, quanto semmai a te, che lo fai di mestiere e che magari troverai in questo anonimo qualcosa di buono e ti prenderai la sua causa a cuore, come talvolta fai tu, se mai riuscirai a scoprire chi sia, cosa che del resto accade sempre.
Resta un ultimo dubbio, superfluo mi dirai, che mi accompagna in questa mattina, e cioè come faccia l’anonimo a sapere il modo in cui gli scrittori del CN trascorrano le giornate: intendo la trovata della masturbazione ossessiva. Lui scrive in effetti, in un passaggio, di sedere a un tavolo vicino a loro, pertanto potrebbe forse averne sentito la confessione. Ma io sospetto che ci sia dell’altro. Che l’anonimo stia rivolgendo un duplice appello: da un lato chiedendo aiuto per la sua incapacità di stare solo in una stanza con un computer senza scoparci; dall’altra è possibile che con quel testo lievemente provocatorio l’anonimo chieda di essere accettato da quelli del CN, non so, forse semplicemente cacato di striscio da qualcuno. Non so risolvermi. Cosa ne pensi? Con questo dubbio ti saluto: Hala subcomandante, ti scrivo presto.