Sorprende pensare come la pratica di guardare le partite di calcio, di contro al vanto che essa stessa fa di sé, ovvero d’esser qualcosa di leggero, di superficie, di chiacchiera e convivialità, esprima invece la sua intima verità nei tempi morti, nei pareggi a reti bianche, nei passaggi sbagliati, nelle rimesse laterali, nel tempo in cui un calciatore è a terra infortunato o fingendo, e in conclusione di come sia una pratica che dovrebbe terrorizzare i più spalancando l’abisso dell’esistenza, la solitudine, l’insensatezza e la morte.
novembre 2018