Santa Croce (2017-...)

Calcio estivo

Tutto mi piace del calcio estivo
solo il calcio estivo mi piace.
Mi piace il calciomercato,
i nomi avvicinati alla squadra
che non arriveranno mai.
Gli allenamenti in località amene
dove non andrò in vacanza.
Le interviste ai tifosi bambini
Qual è il tuo calciatore preferito?
Mai nessuno che dica
“il portiere di riserva” oppure
“il calciatore che è andato via,
nella squadra che lo pagava meglio”.
Mi piacciono le amichevoli
che finiscono 18 a 0
31 a 7
oppure le amichevoli di lusso
contro squadre blasonate.
Il giocatore X
segnerà il gol della vita
rovesciata da centrocampo
direttamente al sette
mentre intorno a lui
venti difensori del Real Madrid
lo guardano e non possono nulla.
Tale calciatore X
finirà il campionato successivo
senza aver segnato neanche una rete
e verrà ceduto per due manciate
di noci e fichi secchi
alla prossima sessione estiva.

Tutto mi piace del calcio estivo
solo il calcio estivo mi piace.
Quando ancora tutto è possibile
e allo stesso tempo è inutile, indifferente
e superfluo, come un pomeriggio d’estate,
come la vita.

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Solo a voi che guardate le mie ultime storie voglio bene

Solo a voi che guardate le mie ultime storie voglio bene,

non le prime.

A voi che arrivate fino in fondo, mi seguite

passo passo nei recessi più superflui o importanti,

a voi che venite dietro di me per sapere cosa facevo quattro anni fa,

nel bagno,

l’altra sera,

la copertina del libro,

l’aperitivo.

Lo so che non vi importa davvero, ma vi perdono

lo so che anche voi che guardate le mie ultime storie

siete solo molto soli o forse nemmeno questo

avete un problema di dipendenza

forse dovreste chiamare l’ottico

quanto è che non controllate la pressione dell’occhio?

E’ un controllo di routine, ma dovreste farlo, in fondo davvero troppe troppe ore rivolgete lo sguardo nei telefoni, non fa bene questa roba, hai mai sentito parlare di radiazioni? Avevi anche comprato gli occhiali con le lenti schermanti raggi V, che fine hanno fatto vallo a sapere.


Solo a voi che guardate le mie ultime storie voglio bene,

ma anche a voi che guardate le prime storie,

anche solo per sbaglio, passando subito oltre

anche a voi voglio bene.

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Santa Croce (2017-...)

Che corse per non incontrar Doriana

Che corse per non incontrar Doriana
di corsa per le scale
o nascosto in ascensore
se sta già salendo a piedi.

Che giri per non trovar Doriana
vagando nel quartiere
con una borsetta in spalla
con dentro quelle cose
per fingermi civile:
un computer, le cuffie, un taccuino
il libro di Steinbeck da finire
che non finirò stamani
sono come delle ancore
del mio vivere civile.

La casa al mio rientro profumerà di pulito
il ciclo di lavatrice a sessanta gradi
con dentro gli stracci,
da svuotare.
Le finestre sigillate
un vecchio trucco di domestiche
per far sembrare più pulito
di quanto sia
(pulire, io lo so bene, è sempre un sembrar pulito
lo sporco è la cifra del mondo
domani, anzi già oggi, la polvere tornerà
è già qui, con noi, da sempre).

Che corse per non ascoltar Doriana
i suoi discorsi sugli immigrati che ci rubano il lavoro
gli autobus soppressi
le file in ospedale
dietro, molto dietro, la famiglia marocchina
che l’è passata avanti
spettri che si aggiran per l’Europa
o più semplicemente
nelle sconosciute province
da cui lei arriva.

Che corse per non incrociar Doriana
nascosto nelle gallerie d’arte
o nei bar con gli studenti americani
una poesia da scrivere
le ore da far passare
le cuffie nelle orecchie
fino al prossimo giovedì.

18.11.2021

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Santa Croce (2017-...)

Tecnici, monaci, guardiani

Perché il tecnico della lavatrice
fosse arrivato così presto
di giovedì mattina
rimane un mistero.
Secondo lui le porte telematiche
chiudevano alle sette mezzo
ma a quanto risultava a noi
un tecnico autorizzato
sarebbe potuto entrare
a qualsiasi orario.
Forse amava alzarsi presto?
Più che tecnico della Ditta Angelini
sembrava un moschettiere francese
per il pizzetto lasciato scoperto
per bere il caffè
e aveva il modo di camminare specifico
di un uomo in grado di sollevare lavatrici.
Mentre Diana si asserragliava in camera
per lavorare, io rimanevo intorno
al tecnico moschettiere
dalle gambe larghe per sollevare lavatrici
e gli offrivo un caffè,
prima che smontasse il piano cottura.
Forse, mi dicevo, oltre che tecnico
e moschettiere
era anche buddista
perché nonostante intorno a lui
niente andasse bene
il piano cottura di quattro centimetri,
lo spazio disponibile solo di tre
la lavatrice nuova
che manifestava ulteriori problematiche, lui,
il tecnico Angelini, era di un fatalismo
commovente, piccolissime bestemmie
lievi, mentre io continuavo a ciondolargli intorno.
Capivo dalla sua prossemica
che non lo stavo aiutando, per questo
me ne andavo in salotto a leggere dei racconti
di un amico, che da tempo rimandavo.
Lui stava là che bestemmiava con dolcezza
e io leggevo i racconti dell’amico
e mi sentivo, rispetto al tecnico,
un po’ lontano dalla vita.
Mi sentivo lontano
e vicino al contempo, come di lì a un’ora
dentro gli Uffizi, tornato a visitarli
dopo tanti anni, per la pandemia.
Mi commuovevo
guardando i coniugi di Urbino
e le uniche persone intorno a me
erano i guardiani del museo
che si addormentavano
nella sala di Niobe
sulle loro sedie scomode,
ma con il caldo
dei condizionatori
e il silenzio degli Uffizi
quasi vuoti.
Una guardiana telefonava a casa
al Sud, sembrava dall’accento
dentro la stanza dei fiamminghi
e io cercavo di carpire scampoli di conversazione.
Qualcuno aveva fatto o detto
qualcosa che non riguardava il padre
di Durer,
ma un parente o un vecchio amore
della guardiana.

Il tecnico della Ditta Angelini,
mobili-a-incasso-e-cucine
non aveva niente da ridire
che leggessi dei racconti di un amico
di giovedì mattina.
Neanche i guardiani degli Uffizi,
sembravano giudicarmi per il mio cappotto blu,
alcuni dormivano,
altri sembravano felici
che il direttore Schmidt
fosse in viaggio di lavoro,
in Germania o chissà dove.

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Fogli sparsi, Santa Croce (2017-...)

gennaio

Gennaio
le arance lo sanno
che sono rimaste solo tre:
due bicchieri non usciranno fuori.
Quando invece sono ancora un chilo
le arance, ancora loro, spremendone due piccole
regalano senza motivo
due bicchieri abbondanti
per Diana e per me.

Gennaio
scrivo racconti per Oblique
non mi risponde
eppure mi sembrava
che era buono.

Gennaio
bevo la spremuta
il mio mezzo bicchiere scarso.

Gennaio, bevo la spremuta perché fa bene
più che perché mi va.

Gennaio
valuto l’ipotesi di comprare un ingresso agli Uffizi
per domattina
per rivedere i fiamminghi
mi dico come a giustificarmi.

Gennaio.

27/1/2021

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