San Niccolò (2015- 2017)

Alcantara

xblz-tessuto-alcantara-02a-jpg-pagespeed-ic-zfhf4vl_noLe piazze in cui giocano i bambini oggi.
Pingusto
Confcommercio
La Nazione.
Veicoli elettrici,
un tale fuma il sigaro,
rischiando il linciaggio dei tatuati.

E noi?

Noi che aspettiamo il sole scenda sul mercato delle pulci, mentre in una bottega di fine ottocento, un sarto cinese cuce le nostre toppe bordò alcantara, sui gomiti.

Le piazze in cui giocano i bambini oggi.

Torni dal bagno, andiamo verso casa.

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Racconti, San Niccolò (2015- 2017)

Una storiella buffa sullo shampoo

Mentre ero in doccia e pensavo a un certo livello che non sarebbe dovuta finire mai (il getto caldo era come aveva detto Diana: una forza purificatrice divina, come a dire letteralmente Dio, e non in modo figurato, ma in senso stretto) a un certo altro livello io pensavo che la cosa più rischiosa in casa mia era che shampoo utilizzare per lavarsi i capelli.
Sì.
C’erano alcuni shampoo in barattoli ampi, con colori appariscenti: quasi sempre quelli erano i miei shampoo e, quasi sempre, erano finiti. Nessuno li aveva buttati nella raccolta differenziata, nessuno si era accorto oltre a me che erano finiti, e quindi erano rimasti lì. Non era nemmeno la prima volta che quello shampoo me lo trovavo tra le mani e nessuno che aveva mai pensato a buttarlo via, tantomeno a ricomprarlo.
Il pensiero successivo era di ignorare ulteriormente la cosa e vedere fino a che punto poteva arrivare quella situazione.
Voglio proprio vedere. Continua a leggere

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San Niccolò (2015- 2017), Verde Rivista

A un passo dal cassonetto, a un passo da me

Mio padre ha questa fissazione per i robivecchi.
Mio padre è una persona sana, se così si può dire. Ha molti problemi irrisolti, a esempio non è una persona conciliata con il suo passato, oppure spesso si arrabbia, e quando si arrabbia è terribile, ma sono cose queste che fanno di lui una persona sana. Sembra un paradosso, ma è così. Detto meglio: io valuto che lui abbia dei problemi e delle caratteristiche negative, che non reprima la rabbia, che sia troppo critico etc. ma sono proprio queste cose che contribuiscono a fare di lui una persona retta. Continua a leggere

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San Niccolò (2015- 2017)

Grazie per l’intervista

figura-1Prima scrivevo sempre in un bar che si chiama Mama’s Bakery, il caffè americano costa un euro e cinquanta e potevo stare là tutta la mattina. Andavo quasi ogni giorno, tranne quando non avevo neanche un euro e cinquanta allora stavo a casa, ma scrivere a casa mi è difficilissimo. Comunque dopo un anno ho smesso di andare a Mama’s Bakery (figura 1) e adesso scrivo sempre alla biblioteca Thouar in Piazza Tasso, a Firenze. Continua a leggere

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Le case degli italiani

La casa di Gianni

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La terza casa di Gianni: quella che mi permetterebbe di capire tutto.
La casa in Via delle Belle Donne, dove Gianni è nato e cresciuto, e che oggi affitta.
A delle studentesse del Polimoda, giapponesi. Indossano solo tuniche e abiti neri.
I colori, ancora, non glieli hanno insegnati a scuola?
No.
Il prossimo anno, o quello dopo ancora.
Ma Gianni, con questi bianchi e neri si trova bene, con queste studentesse monocromatiche, che ci siano loro in quella casa, e non qualcun altro più ingombrante. Continua a leggere

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Le case degli italiani

La casa di Ettore

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La casa di Ettore, in campagna, vicino a una chiesa.
Arrivi e la strada fa tutta una curva, poi si apre uno spiazzo davanti:
piazzale lo chiamano quelli che vanno alla messa, e ci parcheggiano l’auto.
La prima cosa che vedi è un pergolato, dipinto di verde, travolto da un albero, tenuto francamente un po’ male, dietro spunta la casa che conta due piani.
Si entra e a sinistra un camino, una cucina economica, un tavolo in legno, nient’altro.
Dei bricchi, dei mestoli appesi, i tegami di rame. Continua a leggere

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