per G.C.G.
Pierna Putrìda non era mai stato un fenomeno a giocare a calcio. Da cui il soprannome. Si era nella Spagna di fine millennio e il soprannome si incollò a Pierna Putrìda come una seconda natura. Non che avesse davvero una gamba in decomposizione, ma si voleva piuttosto indicare e rimarcare, se poi ce ne fosse stato bisogno, il suo scarso valore calcistico. Pierna Putrìda alla fine non era una persona che si offendesse facilmente e lo capiva anche da sè, senza bisogno di tanti nomi, che non era propriamente quel gran giocatore che avrebbe voluto essere per poi giocare nei campionati di tutto il mondo ed avere donne da sogno e tutti i corollari. E non essere più Pierna Putrìda, pur continuando ad esserlo. Una rivalsa su quei compagni di calcio adolescenti che lo infamavano, ma che un po’ gli volevano anche bene. Perché volevano bene a Pierna Putrìda? Non perché fosse più buono di loro, ma perché era proprio come loro, che si immaginavano prima di dormire a quando sarebbero stati dei calciatori nella Liga e si addormentavano contenti. Continua a leggere




