I. L’epoca di mio padre
All’epoca di mio padre, quando era giovane intendo, il termine cliccare non esisteva.
Non dico skippare, non dico spoilerare, dico cliccare.
Ho detto flaggare? Ho detto cliccare.
II. Ti entrano nel computer
Un giorno vicinissimo saranno queste il genere di minacce che le madri rivolgeranno ai figli, dopo le minacce di zingari, siringhe, aidiesse: è sempre la stessa storia.
III. Onda
Prevedo di arrivare da Giulio (Giuliano, ovvero Carmelo) con lieve ritardo causa circumnavigazione della città. C’è un’onda misteriosa, che qualcuno chiama Verde, che a volte puoi trovare sui viali, la grande avenida che gira attorno al centro vuoto della città e che se prendi dalle parti della Fortezza ti porta fino a San Niccolò, senza mai fermarti, senza mai appoggiare i piedi a terra, senza mai accelerare e decelerare, che ti dimenticherai tutto ciò che eri prima, solo andare.
Quindi in tale remotissimo caso arriverò puntuale, altrimenti, come dicevo, leggero ritardo.
IV. Primavera
Lo sconosciuto che incroci per strada e la luce che lo investe.
Ecco la primavera: lui si sta scaccolando in quel momento e lancia la piccola arsella lontano, nel sole delle quattro, che un po’ scalda.
Si è felici allora, perché avrebbe anche potuto mangiarla.
V. Lauree
Tornare a Filosofia per le lauree è sconfortante. Cercherò approvazione e complicità con dei giovani studenti, davanti alle macchinette del caffè. Non verrò capito, non sarò riconosciuto, e chi li ha mai visti, e come potevano, e imputerò la colpa solo a loro, al loro essere giovani e stupidi e non sapere niente delle cose vere, della vita e del mondo; cose che invece so io, che come loro ho varcato quel portone universitario, ma da cui sono anche uscito.
Davanti alle macchinette del caffè inspiegabilmente senza caffè, loro non sapranno niente del caffè, dell’assenza del caffè, della portinaia da avvertire, dell’inutilità di avvertire la portinaia, ma della necessità di avvertirla comunque, della vera natura della portinaia che loro giudicheranno superficialmente, in modo sbrigativo, incapace di risolvere la questione caffè, come in effetti è.
Povera portinaia nana di filosofia, neanche io ti ho mai capita.