Fogli sparsi, Malta (2011-2012)

Piattaforma Hegel o dell’astuzia della Ragione

 

Personaggi

Agostino: febbrile. Quasi trenta. Sa cosa è il tempo quando nessuno glielo chiede. Se interrogato non sa rispondere. Già, ma chi mai lo interroga? Il suo marchio di fabbrica è un accendifornelli che tiene alla cintura, come una pistola. Preferisce le tette ai culi. Ama la Francia, l’ornitologia, ricevere fellatio, le cose normali, che piacciono a tutti.

Celine: francese. Coinquilina archetipica, una Celine che io non conobbi mai, cioè quella appena arrivata in Italia. Che non parla o quasi l’italiano.

Scena uno: carrellata di annunci per stanze, appartamenti, infinite. Girate a Lettere, architettura, Novoli, portici di Bologna. Celine cammina per queste strade, guarda questi annunci, fino a che il carrello si ferma e si appunta su uno. Annuncio di una stanza dove capeggia un elefante disegnato, un po’ inquietante. Zoom sul nome: Agostino e il numero da chiamare, dissolvenza su lei che chiama. Integrazione 1: Forse la storia del tempo (che Agostino conosce etc. ) potrebbe essere scritto sull’annuncio stesso. Integrazione 1 bis: Il volantino, per non essere ridondante, può non avere nessun elefante, che era citazione, e semplicemente la storia del tempo, che si vedrà en passant.

Scena due, una casa, una porta che si apre, lei ha dei sacchetti, un corridoio lungo, penso a quello di porta a prato, c’è di sotto fondo la musica dei Gioacchino Turù che fecero per quel corto demmerda, la musica era bella, forse c’erano sitar o strumenti turchi. Si vede di spalle Agostino che si sta scaccolando, faccia quello che gli pare, tanto è di spalle. Integrazione 2: Il fatto che lui apra la porta e la lasci socchiusa, senza chiedere chi è, senza interessarsi, parrebbe proprio indifferenza, potrebbe essere sottolineato, senza essere ridondante, dal fatto che poi ritornerà, nella scena dell’arciere, che ha luogo nello stesso modo, con gli stessi gesti e fa della cosa, arciere compreso, come una semplice possibilità e non qualcosa di surreale. Si chiama Kafka.

Scena tre divano, lui si prova ad accendere una sigaretta con il suoaccendifornelli marchio di fabbrica di Agostino che sa cos’è il tempo quando nessuno glielo chiede e poi quando glielo chiedono non lo sa. Ma chi glielo chiede? Lui prova ad accendere la sigaretta, lei sul divano legge una grammatica italiana, è estate, lei avrà una maglietta scollata e ci sarà una scena in cui lui guarderà nella scollatura e si vedranno dei capezzoli. L’attrice che impersonificherà Celine sappia fin da subito che dovrà farci vedere un po’ di capezzoli. Lei è francese o anche no, ma deve farci pensare alla Francia, all’archetipo stadiale che Francia rappresenta. Integrazione 3: Il punto è che l’accendifornelli non fa, quindi questo dovrà essere soppesato nella giusta maniera/misura.

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Lui parla di Hegel, dice proprio così:

– Celine, conosci Hegel, hai presente Hegel? Un gheppio, un martin pescatore, un falco pellegrino, un aquila, un falchetto, tutta questa roba così specifica e così assurda, e invece no, cara la mia Celine, tutto è razionale. lo sapevi?

Lei lo guarda con i suoi occhi buoni e sorride, forse.

– Prima c’erano solo pesci al mondo, poi divennero pterodattili, poi uccelli, poi Icaro, poi caddero, poi uomini e donne come me e come te, cara la mia Celine.

Scena quattro: immagini di gheppi, corvi, martin pescatori, falchi pellegrini, aquilotti. A casa di Leonardo Terreni. Una roba a là Microcosmos, con musica dei Gioacchino.

– Tutto razionale e reale, e dunque reale e razionale. Eppure ti vedo scettica, per questo mio accendino, accendifornello che non fa. Capisco il tuo scetticismo, lo vedo e lo capisco. Penserai che anche qui c’è una qualche ragione reale e razionale, che l’accendifornelli è finito, tutto molto semplice. E invece, mi spiace deludere questo tuo pensiero così auto-evidente, ma no, l’accendifornelli l’ho comprato ieri, giusto ieri, quindi a meno che non mi abbiano ingannato, non è possibile che sia già scarico. No, non l’ho comprato da un senegalese come stai pensando, ma in mesticheria, perché su questo non si transige e vado dal mio ferramenta di fiducia, dove mi conoscono e sanno cosa prendo. Vedo una nota preoccupata, la vedo, perché così crolla tutto, viene meno Hegel è la barbarie. Eppure ti posso rassicurare. Sì, un colpo di scena.

Scena cinque: suonano alla porta, è l’arciere. La scena in cui Agostino spiega l’astuzia della ragione sarà alternata alle immagini dell’arciere che si prepara, nel corridoio, a tirare la sua freccia. Lui dice:

– Che certe cose, ci insegna Hegel, sono inspiegabili, come l’accendino rotto, anzi l’accendifornelli: è vero, anzi no, sembra. È che non conosciamo esattamente il pieno dispiegamento della ragione, ragione con la R maiuscola, dove questa vuole andare a parare, il suo obiettivo e vediamo solo la freccia nel mentre che sfreccia nel corridoio e quindi sì, sembrerebbe proprio irrazionale, ma invece è solo l’astuzia della ragione.

Lui allora la guarda, le guarda lo scollo di nuovo e le chiede se ha capito,

– Hai capito cosa intendo?

E lei lo guarda con i suoi grandi occhi color nocciola e sorride e dice:

– No, non so di cosa parli.

Lui la guarderà ancora e , conclusione, dice che anche questo non capire fa parte dell’astuzia della ragione, tutto quello, quel suo essere lì con lui e lui con lei, suona romantico ma no, non lo è affatto.

Fine

Titoli di coda con i possibili usi dell’accendi fornello inutile, tipo prendere un libro su un cassetto in alto, grattarsi la schiena, metterselo nel culo, insegnare la grammatica su una lavagna a lei e usare l’accendino come bacchetta. Hegel. Integrazione tre: È l’alba e si sentono gli uccelli dell’alba, anzi prima dell’alba, lui dal letto non arriva alla finestra e usa l’accendifornelli per aprire o chiudere la finestra, forse chiudere, e si vede per un attimo lei nel letto. Il pieno dispiegamento della Ragione è che quell’accendifornelli è rotto perché Agostino e Celine siano insieme, perché possano finalmente congiungersi. Suona davvero troppo romantico, lo so.

Integrazione quattro: Per lo scenario è richiesto oltre al volantino degli anarchici olga, pagine 4, da scegliere se semplicemente tirato sul divano o appeso al muro, e la pagina di wiki, http://it.wikipedia.org/wiki/Fellatio , oltre a gigantografia de: L’uccello morto, opera ricostruzionista. Da stampare a spese della produzione.

Il link di wikipedia può suonare non chiaro, è che le immagini che usano per spiegare certe cose, e soprattutto nella versione in inglese, sono immagini interessanti. Perché cercano di spiegare delle cose in maniera asettica, non so, scolastica, e la cosa è una stronzata, sempre pensato che l’educazione sessuale è una puttanata. L’immagine che segue, ad esempio, di cui ho scordato il nome, detto sforbiciare, è praticata, ci dice wikipedia, anche dai gorilla bonobo. Segue la foto ricostruzionista.

Per la parte scenografica e le location c’è da ripensarci un po’. Anche al resto, in effetti.

La parola chiave comunque è tribadismo.

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