Un’ora e mezzo alla partita e già le televisioni dei vicini parlano di formazioni.
Sembra che giochi Balzaretti.
Il pre-partita è nulla, son frasi a vuoto e spazi pubblicitari.
L’isola si appresta a vedere la partita, divisa equamente nei bar e nei ristoranti. Sulle spiagge italiani e tedeschi. Nelle case, nei porti, nelle rosticcerie, nelle gelaterie.
La domanda che ricorre in questi giorni è perché tutti questi tedeschi su quest’isola d’elba e nessuno mi ha saputo rispondere, senza tirar fuori tautologie -sono arrivati negli anni settanta- sì, ma perché? e perché son tornati? e com’è che solo tedeschi e perché infine di Giugno? Hanno vacanze di questo periodo. Oppure senza scomodare il gran tour, come oggi Cacciari su Repubblica.
Ad ogni modo, posso ben dire: questo è nulla, è solo un posto dove si sta per vedere una semifinale, in un’isola italiana piena di tedeschi per non si sa quale motivo, e allora tutto torna, noi contro loro e tutto si fa metafora, ma in verità è l’ennesimo nulla.
A prendere il sole, a forza di prendere il sole, mi sono uscite delle bolle sottocutanee, che hanno preso il posto di altre decisamente cutanee che mi ero portato dalla terraferma. Ci sarebbe tante cose da scrivere, prima che sopraggiunga la giusta dimenticanza, tipo i bambini di Rio elba, i loro mercatini e i loro ipad futuri e possibili, i loro sassi, i loro occhi, le loro cattiverie contro una di loro, che parla male, e come farà a difendersi con quella voce? E mille altre ancora. Topinetti, che è la spiaggia elbana di quest’anno, con o senza Picchi, e poi la macchina di mio padre, sporca lurida di polvere e ancora io con Diana, le nostre discese e le nostre salite, i silenzi e i discorsi, le domande, le parole. Io crollo dal sonno, vorrei giocare fino alle convulsioni a solitario oppure Freecell, ma invece no, tra un’ora ci aspettano a Cala Seregola, la nostra prenotazione, la nostra ultima sera, con vista mare e vista televisore. Vista tutto. E ancora le creme solari, le creme dopo-sole, le piante di basilico, le rondini, e la tesi tra due settimane, preoccupazioni che sembrano non potersene fare a meno, e invece son tutte menzogne, e allora e allora un’altra partita di calcio per poi vedere la finale con tanta gente, quando già saremo tornati a Firenze.
È l’anno dei Mario: c’è Balotelli, c’è Monti, c’è Mario di Serena Vernesi, ma c’è anche Marione Gomez, di là, nella Germania, e il mio pronostico per stasera è questo: non tanto chi vincerà, che non ne ho idea, ma che sia questo il nome.
Mario
28.6.12.